Passate le feste natalizie in Gennaio e Febbraio a Rapallo è tempo di vacanza!

Molti operatori economici cittadini si prendono un piccolo periodo di meritate ferie e la città si addormenta un poco aspettando i prossimi fasti estivi che come una benedizione in abbonamento forniranno la necessaria provvista a chi dovrà viverci tutto l’anno… e magari andare in vacanza nel prossimo lungo inverno tigullino.

Noi però che siamo un po’ fuori dal rito collettivo dei negozianti e degli imprenditori del retail cittadino preferiamo usare questo periodo per pensare a come si potrebbe migliorare la città, magari anche stravolgerla, uscendo anche un po’ dalla logica della difesa dello status quo tanto cara a molti concittadini.

E tra tutte le componenti della più tenace logica conservatrice, quella in assoluto più storica ed intaccabile è relativa alla concessione delle spiagge ed in particolare alla spiaggia del Lido.

Quel tratto di arenile da tempo immemore in concessione ai quasi omonimi bagni rappresenta per i Rapallesi non operatori una sorta di barriera architettonica gigante, forse la più nominata e famigerata di tutte.
Questo perché l’alto numero di cabine installate durante il periodo estivo impedisce quasi completamente la visuale verso il mare, stringe la passeggiata e limita molto la fruizione del litorale lato occidente.
Naturalmente, lo si ribadisce con forza, è tutto in regola e assolutamente legittimo, tuttavia in questa sede si ha in mente qualcosa di diverso, ovvero la restituzione alla città (anche durante i mesi caldi) di tutto lo spazio occupato dallo stabilimento con un allestimento diverso… a mio modesto parere assai più godibile per i cittadini e per i turisti.

L’idea è quella di un utilizzo della spiaggia come rimessa (ordinata e curata) di piccole barche in legno come gozzi, leudi o altre imbarcazioni di dimensioni contenute. Magari si potrebbe pensare ad una sorta di esposizione permanente di questi natanti andandovi a collocare imbarcazioni anche fuori dalla tradizione ligure, come ad esempio la gaeta, la batana o la gondola, tanto per fare un esempio.

Le barche dovrebbero poi essere mantenute in perfetto stato ed addobbate con reti da pesca originali accanto alle quali potrebbero comparire i tradizionali palamiti o i tremagli della tradizione locale o altri strumenti da pesca e navigazione, creando un’ambientazione marinaresca il più possibile istruttiva, scenografica e di impatto per i visitatori.

Nello specchio d’acqua antistante, vista la sua conclamata impossibilità di divenire balneabile senza rischi per la salute (considero del tutto inutile accanirsi a dispetto dei santi su di un tratto di mare chiuso, foce di un fiume e storicamente non adatto alla balneazione), si potrebbero trasferire tutte le imbarcazioni normalmente ormeggiate a San Michele nel periodo estivo le quali – sfido chiunque a contraddirmi – inquinano il mare della frazione, deturpano il paesaggio ed impediscono agli operatori economici locali di vendere, oltre ai propri servizi, anche un panorama d’eccezione come in effetti sarebbe, senza gli ormeggi in continuo aumento di anno in anno.
Se poi si mettesse finalmente in ordine la spiaggia di Trelo e si ricostruisse in modo sostenibile la passeggiata pedonale Prelo-Trelo… molto probabilmente avremmo a disposizione un pezzo di cartolina turistica di una bellezza unica, fonte di importanti introiti ed un potente mezzo di recupero di immagine… quantomeno di immagine.

Per fare tutto ciò bisognerebbe non mettere più in gara la concessione della spiaggia del Lido per i prossimi anni e risarcire a norma di legge l’attuale concessionario per gli investimenti eseguiti nel tempo e non sfruttati… primo fra tutti la piscina per i bagni estivi che il Comune potrebbe rilevare, modificare e trasformare in una piccola arena per concerti, rappresentazioni ed eventi culturali. Attiva anche in inverno!

Lo scenario qui tratteggiato andrebbe poi visto in combinato disposto con la riqualificazione di tutta l’area interna al Lido, dunque i maltrattati giardini di Piazza Verdi ed il relativo (orrendo) parcheggio a raso che, previa risoluzione dei problemi che impediscono la costruzione di stalli interrati in quella zona, andrebbero trasformati in un silos multipiano con in superficie un ricco parco urbano senz’auto… degno di quella location e delle palazzine che vi stanno di fronte.

Naturalmente il flusso incessante delle idee invernali non finisce qui: vi sono diversi altri luoghi in cui sarebbe necessaria la mano pubblica per migliorare la città.

Ma tanto l’inverno è lungo, tempo per pensare ne abbiamo…

Foto di copertina di Stefania Teducci