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Diario di Bordo ai tempi del COVID-19: ecco i vostri messaggi

 

L’idea è fare di ciò che ci invierete una raccolta condivisa di cronache, di memorie, di immagini. Nessun timore per la forma e la lunghezza del contributo. Ogni parola sarà ricchezza per tutti, ora e domani, quando dal baule delle nostre soffitte, reali o virtuali, con ritrovata leggerezza potremmo scorrere le pagine di un piccolo diario di bordo che avrà racchiuso e raccontato un lungo ed intenso momento della storia dell’umanità. posta@piazzacavour.it

 

MESSAGGI

FRANCESCO ANGIOLANI
29 marzo

Diario di un fortunato
La situazione è difficile, un nemico invisibile invade le città, le regioni e ride in faccia a chi invoca la chiusura dei confini. Questa è forse la prima crisi trasversale, colpisce tutti: ricchi e poveri, potenti e gente comune. Questa è anche la prima pandemia social, è la prima volta infatti, che tutti possono scambiare fatti e opinioni su piattaforme on-line, anche se questo, a mio parere, non è sempre un bene.
Con un “PER ORA” grosso come una casa, io in tutto questo trambusto mi sento fortunato, infatti per ora ho ancora un lavoro, per ora quindi ho la disponibilità economica per fare una spesa, ho un po’ di verde intorno a casa dove i miei bimbi possono svagarsi un po’ e dove ho iniziato a fare un orto.
Con questa relativa tranquillità posso riflettere e pensare a come mi sta cambiando questa situazione e se in qualche modo si modificherà la scala gerarchica delle mie priorità.
Prima della quarantena correvo troppo, non avevo tempo di seguire le cose, inseguivo appuntamenti e scadenze senza pausa, ora inizio a valutare l’importanza che avrà una futura stretta di mano, un abbraccio o semplicemente una pacca sulle spalle.
Da qualche settimana mi rifiuto di ascoltare telegiornali e bollettini: troppe variabili, troppi dati che non ho la conoscenza necessaria per poterli decifrare. L’unico “bollettino” che mi dà esattamente l’andamento della situazione è la voce di mia sorella dopo un turno di lavoro al nuovo reparto CoVID-19 di Sestri Levante: non serve che mi dica e neanche mi interessa sapere com’è andato il turno, basta il tono della sua voce per capire che, per adesso, siamo sempre nel pieno dell’emergenza.
Mi sento fortunato, grazie alla tecnologia posso raggiungere i miei genitori, i miei amici, sono fortunato perché posso aiutare mia figlia a fare i compiti, cosa che prima della quarantena capitava raramente, a giocare con mio figlio e sono anche riuscito a coinvolgere tutta la famiglia a girare un piccolo corto.
Sicuramente un pensiero va a chi non è fortunato come me, a chi si trova in difficoltà e al domani quando tutto questo finirà.

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PAOLO IANTORNO
29 marzo

State a casa, lo sentiamo dire ormai da settimane. Era un piacere stare a casa, mentre oggi per molti è un dovere, una resistenza forzata.
Le nostre abitudini sono improvvisamente cambiate, i giorni sembrano tutti uguali; c’è il lavoro agile grazie alla rete, ma non tutti hanno questa possibilità, ci sono le preoccupazioni nell’affrontare la quotidianità, ma soprattutto ci attanagliano le angosce di cosa ci riserverà il “dopo” emergenza. E i pensieri ti assalgono di notte, fai fatica a prender sonno, vieni a sapere di amici che stanno soffrendo in un letto di rianimazione, pensi al tuo lavoro che cambierà radicalmente, sempre se ci sarà un lavoro in questa città.
Poi c’è la tua famiglia, la mia forza, la mia certezza. Questi giorni ci portano a stare più insieme, a superare piccole e grandi difficoltà legate ai ritmi sballati, ma anche ad assaporare la gioia dell’inventare qualcosa insieme, a giocare, a riflettere.
Questa drammatica esperienza cambierà profondamente il nostro stile di vita; finiremo per abituarci ad alcune delle misure restrittive adottate.
La mia speranza e allo stesso tempo il mio desidero e che la nostra società riesca finalmente a sviluppare un sistema capace di gestire una futura emergenza, che non sia un ulteriore fonte di diseguaglianza sociale.

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SABRINA CANACARI
28 marzo

Poco piu di un mese fa, quando sentivo le notizie al TG sul coronavirus in Cina, mi sembrava tutto molto lontano, provavo dispiacere per loro, ma era come guardare un documentario. Poi, all’improvviso, ci siamo ritrovati nella stessa situazione, senza neanche rendercene conto. Tutto mi sembrava assurdo, surreale. I negozi chiusi, le strade quasi deserte ed un silenzio assordante. ” Restare in casa”, questo l’unico modo per sconfiggere il nemico e soprattutto aiutare chi, ogni giorno, si trovava in prima linea per salvarci la vita. Medici, infermieri, addetti alle pulizie, tecnici, volontari, forze dell’ordine, dipendenti dei supermercati, farmacie… Ecco, vediamo di non dimenticarlo, ricordiamoci di quanto stanno facendo per noi, di quanto sono e saranno importanti per la nostra sopravvivenza. Questa pandemia ci ha messi tutti sullo stesso livello. È arrivato il momento di fare i conti con la propria coscienza, di riflettere, di capire cosa conta veramente e di non dare più nulla per scontato. In questo periodo di quarantena, mi sono resa ancora più conto di quanto siano essenziali i propri affetti, di quanto sia vitale e di conforto la parola e la compagnia di un amico. Posso dire di essere tra i più fortunati, perché ho l’opportunità di stare a casa con la mia famiglia e i miei amici a quattro zampe. Non ho neanche il tempo di annoiarmi, posso dedicarmi alla lettura e, soprattutto, alla pittura, la mia grande passione. Inoltre ho un giardino dove trascorrere un po’ di tempo a contatto con la natura. Mi sono resa conto di quanto correvo e soprattutto di come stavo sprecando il mio tempo. Qui nella mia casa mi sento protetta, come se fossi fuori dal mondo. Ma quando ascolto le notizie, mi assale l’angoscia, soffro nel vedere tutto quel dolore e nel sentirmi cosi impotente. Non so nemmeno, economicamente, come faremo tutti quanti , cosa ne sarà dei posti di lavoro, di attività che duravano da una vita, di intere famiglie che vivevano grazie alla loro piccola impresa… Ecco , quando mi assalgono questi pensieri, mi viene il panico. Allora cerco di allontanarli, di essere positiva e di pensare solo alla scoperta di una cura che ci possa salvare da questo flagello. Non so quando tutto questo finirà, però voglio uscirne una persona migliore, diversa e che non darà più nulla per scontato. Andare a mangiare una pizza con gli amici, abbracciarsi, dovrà sempre essere qualcosa di speciale e di prezioso.
Il mio acquerello a margine è come simbolo della nostra Natura, tanto bella, ma tanto maltrattata; come simbolo di leggerezza e libertà.

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MARA MARIA POLI
28 marzo

Il tempo e lo spazio intorno e dentro di noi sono cambiati: queste sono le prime percezioni dopo circa 15 giorni di coprifuoco in casa.
Attraverso i vetri delle nostre finestre abbiamo riscoperto il cielo e il bel sole della mattina, come unici elementi di evasione dal triste presente.
Stiamo vivendo un grande dramma, una guerra in cui un nemico disperso nel vuoto che ci circonda ferisce ed uccide peggio che una bomba.
Disarmati ci siamo visti catapultati in questo horror in cui alla sera davanti al televisore speriamo di sentire numeri più bassi nell’elenco di vite coinvolte.
In questa terribile esperienza i numeri sono l’altra variabile diventata sovrana.
Dal misurare la febbre, al misurare l’ossigenazione del corpo, al numero dei contagiati, dei guariti o di chi non ha sconfitto il virus.
Fino a Gennaio scorso le nostre priorità erano tantissime altre, ora sono lo stare bene e che stiano bene tutte le persone nel mondo.
I nostri pensieri vanno ai medici, agli infermieri ai volontari e a tutti gli angeli le cui armi per vincere contro questa entità malvagia sono la conoscenza medica specializzata e l’amore.
Lo vediamo quotidianamente nei notiziari, questi nuovi astronauti sulla Terra stanno cercando di salvarci.
Ogni giorno è un giorno nuovo cantava Baglioni, mai come ora questi giorni hanno un valore enorme.

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GIORGIO COSTA
Presidente Panathlon Distretto Italia
28 marzo

Quando credevamo di essere i padroni del mondo un nemico subdolo ed invisibile si è insinuato nella nostra vita con una ferocia devastante.
È in questo contesto che ci rendiamo conto della caducità dell’essere umano e nel contempo scopriamo quanta qualità c’è nelle Persone che, in prima linea, ci stanno aiutando in questo difficilissimo combattimento e riscopriamo valori che alcuni avevano, nella frenetica corsa della vita, un po’ accantonato quali la solidarietà, l’amicizia, il sacrificio, la vicinanza, la coesione tra le persone.
Sono valori fondanti della Società che ci aiuteranno ad uscire da questo incubo e dovranno essere e saranno fondamentali per il nostro futuro.

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