Quando si parla di turismo, specie a Rapallo, si intende quasi sempre un soggiorno estivo fatto di mare e di sole e che vede protagonisti i soliti frequentatori dei panorami liguri e della nostra città… non senza disagi per gli abitanti.

Come tutti sanno Rapallo non è una città industriale non avendo una presenza di fabbriche o di opifici, non possiede una tradizione manifatturiera (se si esclude la Mares e qualche altra piccola realtà attiva in passato) tuttavia ha a disposizione un territorio di enorme pregio naturalistico e paesaggistico in grado di attirare ogni genere di turisti da tutte le parti del mondo: serve solo capire e scegliere quali interessano e come attirarli. 

La sfida dunque è quella di fornire a questa città un’indicazione forte in merito al segmento turistico su cui ci si vuole posizionare (es. turismo di massa, d’èlite, naturalistico, famigliare, culturale, religioso, business, sportivo etc.), una visione chiara e definita per gli anni futuri ed una dimensione turistica adeguata ai tempi e alla propria vocazione. 
La scelta fatta permetterà di indirizzare con maggiore efficacia tutti gli investimenti pubblici e privati discendenti al fine di adeguare la città ed i suoi servizi ad un particolare flusso turistico piuttosto che un altro, evitando di disperdere sforzi, soldi ed energie preziose.

Osservando infatti la realtà delle altre zone che come Rapallo fanno del turismo la propria ragione d’essere risulta evidente come queste abbiano dapprima analizzato i più interessanti flussi, in atto o ancora da conquistare, andando a rilevare per ciascuno di questi consistenza, tempi medi di permanenza, esigenze, potere d’acquisto e gusti al fine di adattare le proprie infrastrutture in funzione delle scelte compiute e delle proprie peculiarità.

A Rapallo, viste le caratteristiche del territorio e le reali possibilità di gestione dei diversi flussi, sarebbe auspicabile indirizzare i propri sforzi all’interno di una scelta compatibile con gli spazi e la vocazione della città, in particolare verso alcune tipologie di turismo particolarmente attive ovvero, a titolo esemplificativo:

  • Il turismo d’Èlite 
  • Il turismo di tipo Business
  • Il turismo Sportivo

 

Si citano questi flussi perché per motivi storici, ambientali, logistici e di mera convenienza economica sono quelli più vicini alla storia e alla disponibilità di spazi ed infrastrutture di Rapallo, soprattutto se visti in un contesto comprensoriale con Santa Margherita Ligure e Portofino, in particolare riguardo al turismo d’élite e quello business.

Possiedono evidenti caratteristiche comuni come ad esempio la destagionalizzazione dei possibili arrivi rispetto a quelli prettamente balneari ed un soggiorno di durata superiore ad uno-due giorni (dunque non “mordi & fuggi”) non necessariamente legato all’weekend, con l’evidente vantaggio di poter programmare momenti di rafforzamento di tutti i servizi collegati quali negozi aperti, afflusso alberghiero e di case vacanze, aumento del personale addetto, trasporti speciali, servizi di ristorazione etc.

Del resto tutti e tre richiedono obbligatoriamente ingenti investimenti in un contesto pubblico-privato al fine di ammodernare le infrastrutture esistenti o di costruirne di nuove, visto che i primi necessitano della disponibilità di grandi alberghi moderni ed in linea con le richieste di quel particolare mercato, i secondi un centro congressi ed installazioni di alto livello ed il terzo un più o meno pesante “refresh” degli impianti già presenti, essendovi la necessità di ospitare, anche in campo sportivo, grandi eventi con notevole seguito di pubblico, atleti e accompagnatori. Si pensi ad esempio al nuoto, al golf, al diportismo, in grado di attirare molti partecipanti e appassionati ma con la necessità di palazzetti e installazioni particolari che al momento Rapallo non possiede o che non sono adeguati agli standard richiesti per provare a eccellere in tali ambiti.  L’impianto natatorio cittadino ne è un chiaro esempio, purtroppo.

Il turismo deve essere scelto e programmato altrimenti si subisce

Anche i servizi, il commercio, l’entertainment e le altre attività a corredo di questi eventi dovrebbero modificarsi e dunque adattarsi alle esigenze dei nuovi turisti che verrebbero in città proprio per fruirne in modo totale e decisamente migliore di ora.

Se si percorresse questa strada da un lato gli investimenti ed i cantieri sarebbero tanti ma sarebbero altrettanti anche i vantaggi in chiave occupazionale e di reddito quando li si potrà gestire una volta pronti.

Ma comunque, lo ribadisco, la cosa importante sarà fare delle scelte e farle bene. Scelte in grado di orientare gli investimenti e migliorare ogni aspetto della vita della città, modificando tutto ciò che serve per diventare leader all’interno di quei particolari mercati, evitando il piccolo cabotaggio o, peggio ancora, lo status quo.

Se non si agirà così il turismo lo si subirà soltanto, con arrivi disordinati sempre più inattesi e flussi incontrollabili di gitanti spaesati… più in generale si vivranno sempre più situazioni disagevoli sia per la popolazione locale che per i turisti stessi, oltre ad essere il tutto molto poco redditizio e senza alcuna prospettiva di miglioramento futuro.

Spiace dirlo, ma in mancanza di programmazione della propria principale “industria” si vive e lavora (male), come oggi… all’interno di questa poco edificante situazione in cui Rapallo si trova da anni.