Filtrano, dalla bolla della politica immersa nel lavorìo intenso della stagione preelettorale, i possibili nomi dei rapallesi in lizza per la campagna regionale di primavera.

Scontate le candidature dei consiglieri uscenti Alessandro Puggioni (Lega) e Fabio Tosi (M5S), in discussione una possibile candidatura rapallese al femminile per Liguria Popolare, già avviata di gran carriera la corsa dell’infaticabile Domenico “Mimmo” Cianci (noto amministratore condominiale, ed ex consigliere comunale) in lizza per la lista del Presidente Toti, l’attenzione ora è rivolta alle mosse di Forza Italia.

Rapallo è roccaforte forzista. Con un onorevole forzista, un sindaco forzista di fresca nomina coordinatore regionale del partito. Dunque Toti – che ha fondato in fretta e furia il suo movimento Cambiamo! in pieno agosto scommettendo che la crisi di governo innescata da Salvini alla conquista dei pieni poteri sfociasse in elezioni politiche anticipate – è un alleato cui bisogna contendere voti.

Non è quindi un caso se tra i bene informati – nel cuore della città e sui social – si rincorrono le voci di una possibile candidatura di un uomo di peso elettorale paragonabile a quello di mister preferenze, Cianci. Il nome che aleggia sarebbe quello di Salvatore Alongi, medico conosciutissimo e stimato in città, che ha ottenuto una valanga di preferenze nella tornata elettorale comunale di neppure un anno fa. Una partita importante per il sindaco Carlo Bagnasco perché l’esito di una sfida domestica sarebbe carico di grandi potenzialità ma anche di insidie, visto che i suoi riflessi inevitabilmente andranno ben oltre i confortevoli confini ruentini.

I nomi sono necessari, fanno parte del gioco democratico, perché le idee migliori devono avere i volti migliori e più capaci. Però oggi, in questo 2020, più che mai c’è bisogno di programmi, impegni, soluzioni e prese di responsabilità. Oggi il peso gravoso dei problemi appare avvicinarci ad un punto di non ritorno. In questa regione da sud del nord c’è bisogno di risposte a problemi diventati negli anni enormi: demografia, questione che ne trascina con sé molte altre a partire dalla fuga dei giovani; gestione territoriale e ambientale da salvaguardare e valorizzare, temi che fanno la bellezza e la ricchezza della nostra fragile regione; investimenti, attività produttive, lavoro che richiedono nuovi sforzi propulsivi di fronte alle sfide globali; infrastrutture e mobilità, perché non c’è solo la tragica vicenda del Ponte Morandi; sanità, che negli ultimi tempi mostra preoccupanti segni di cedimento strutturale nei sui fondamentali. Questioni che fanno tremare i polsi anche se fossero affrontate una alla volta. Ma è qui che sta la cifra del guardare la politica dei nostri tempi: troppo spesso molto capace a mostrarsi o nascondersi. E nulla o poco più.