Durante la mia (breve) attività di assessore nella giunta del Sindaco Giorgio Costa, ricordo di un periodo durante il quale erano frequenti i bollettini che riportavano dati allarmanti sulla qualità dell’aria nella nostra città. I limiti di benzene, biossido di azoto, monossido di carbonio, PM10, spesso avevano valori oltre i minimi consentiti dalla normativa.

Per cercare di arginare il problema, furono emesse, in quel periodo, numerose ordinanze sindacali con le quali si imponevano limitazioni di traffico. Alla fine dell’esperienza amministrativa di quella giunta, la problematica ambientale scemò, e, almeno a mia memoria, non ci furono più sforamenti dei valori oltre le frequenze minime consentite.

Ancora oggi non so darmi spiegazione circa quei fenomeni ed il loro improvviso svanire. Eppure Rapallo continua ad essere città molto trafficata e centro urbano di attraversamento verso Zoagli, Santa Margherita Ligure e Portofino, ormai dalla metà degli anni 60 del secolo scorso quando venne inaugurato il Casello autostradale per raggiungere le costruite o costruende seconde case della Rapallizzazione.

Ma se sulla carta, formalmente, non sembrano esserci oggi problemi ambientali nel nostro comune sulla base dei dati rilevati dall’unica centralina di rilevamento posizionata presso il Campo Sportivo Macera …, lo stato ”percepito“ della qualità dell’aria in città invece è tutt’altro che buono.

Il tema inquinamento e del traffico è infatti molto presente nei dialoghi dei nostri concittadini: nelle vie, nelle piazze, nei negozi.

Probabilmente anche i numeri potrebbero dare ragione a questo comun sentire, se solo la centralina di rilevamento non fosse più solo una per l’intera superficie urbana del nostro comune pari a circa 34 Kmq e soprattutto non collocata in un punto con ampi slarghi, vegetazione di altro fusto e con grandi chiome ossigenanti: come appunto quella attuale.

Il posizionamento delle centraline, si sa, è di competenza ARPAL ma un interessamento dell’Amministrazione in tal senso per richiedere maggiori e differenti localizzazioni di rilevamento, verrebbe sicuramente percepito dalla popolazione come atto di buon senso ed attaccamento alla comunità ed alla salute della stessa.

Tali alternative, potrebbero aiutare a capire se nuove centraline, collocate in un qualsiasi punto ad esempio di Via della Libertà, di Via Mameli, di Corso Italia e Corso Matteotti, siano in grado di registrare dati inferiori ai valori limite consentiti oppure sforamenti degli stessi con conseguente necessità di adozione di provvedimenti dall’effetto calmierante.

Se ARPAL, come detto, ha competenza sulle rilevazioni, l’amministrazione comunale ha invece doveri ben precisi sullo studio e la regolazione dei flussi veicolari.

Si chiama Piano Urbano del Traffico (PUT) il documento di cui un comune come il nostro dovrebbe essere dotato.

Lo dice l’art. 36 del Nuovo Codice della Strada (CdS) al comma 2 in quanto Rapallo è “ … comune con popolazione residente inferiore a trentamila abitanti nel quale si registra, anche in periodi dell’anno, una particolare affluenza turistica, … “ .

Dati ISTAT riportano infatti che al 1° gennaio 2020 gli abitanti del nostro comune siano 29.692, e conosciamo tutti l’intensa affluenza turistica che caratterizza il comune nel periodo estivo e non solo.

Sembra quasi che il legislatore stesse pensando proprio alla nostra città nel momento di redazione del testo del Codice della strada.

Rapallo però questo PUT non lo ha, ma è necessario che se ne doti anche perché tale obbligo è riportato persino nell’art. 3 bis del Piano Urbanistico Comunale (PUC) recentemente approvato nel finire del 2019 da un Commissario ad acta esterno e non dai Consiglieri comunali locali dichiaratisi incompatibili per l’articolazione e approvazione di questo strumento urbanistico atteso da qualche decennio.

Quell’articolo così cita: “Entro 18 mesi dallapprovazione del Piano …, lAmministrazione Comunale deve provvedere alla redazione del PUT ai sensi dellart. 36 del Nuovo Codice della Strada e all’aggiornamento del PUP (Piano Urbano Parcheggi) in modo che possa perseguire una gestione integrata dalla mobilità sostenibile, dal problema del traffico a quello della sosta“.

Un obiettivo ambizioso che deve confrontarsi oggi con una mobilità sempre più in evoluzione verso le modalità ibride o totalmente elettriche, con ricadute nel sistema dei parcheggi urbani e con i sistemi di ricarica di cui ogni città dovrà essere dotata, nel futuro, in modo capillare … inclusa Rapallo.

Insomma il Comune deve rispondere ad un obbligo nazionale (Codice della Strada) e ad un obbligo auto imposto da una normativa interna (Piano Urbanistico Comunale).

Non si può stare fermi quindi, perché c’è da lavorare per individuare strumenti che possano migliorare il traffico e dare nuove indicazioni sulle modalità di sosta sia in superficie che in sottosuolo. Informazioni queste, inoltre, che devono essere necessariamente alla base di ogni progetto urbanistico di trasformazione, come quelli che nel prossimo Giugno dovremmo conoscere in occasione della convocazione degli “stati generali” voluti dall’attuale amministrazione.

E c’è da lavorare sodo, per eseguire le necessarie rilevazioni di traffico in più momenti della vita della città considerando anche i maggiori flussi del periodo estivo, senza i quali il contenuto del PUT sarebbe assolutamente falsato. A titolo esemplificativo, un dato del luglio 2017 riporta come in sole 24 ore,  siano passati in città 100 mila e 200 veicoli.

A poco potranno servire quindi le rilevazioni già commissionate dal Comune, seppur con radar, per soli quindici giorni, se non integrate con altre rilevazioni più estese in termini temporali, coinvolgendo sicuramente il periodo estivo.

Nulla si conosce poi su sporadiche notizie secondo le quali il Comune avrebbe incaricato specializzati dipartimenti dell’Università di Genova per l’esame del traffico cittadino. Troppe volte la notizia è apparsa sui quotidiani e sui social media, ma nessun risultano ne è scaturito.

Occorrono rapide sintesi ora, perché di certo si sa che l’estate è ormai alle porte e non appare saggio aspettare quella successiva per ottenere significativi dati di anamnesi utili alla redazione del Piano Urbano del Traffico.

La prossima estate è quella prima della quale, ci auguriamo, possa ripartire il cantiere della copertura del torrente San Francesco, ora abbandonato, e collocato in un punto così nevralgico della città tale da poter influire, purtroppo, sulla raccolta dei dati di traffico, sulla successiva loro modellazione e sulla elaborazione finale del PUT.