In questo giorno di Resurrezione mi trovo a parlare di te.
Nuova vita e morte che si guardano in un cambio di scena.
Ti chiedo scusa sin da ora se affido il tuo ricordo a qualche riga … sempre poche e limitate per ricordare la tua persona.

Ce l’hai messa tutta. Non avevo alcun dubbio.

Rimane ora un dolore intenso, profondo, acuto che accompagnerà tutti noi in modi diversi e nei momenti più impensati della nostra esistenza.
Perché il dolore fa così, ti prende alle spalle in modo inaspettato … come un bastardo.

Ricordo il primo incontro con te nel foyer del Teatro delle Clarisse in occasione della presentazione di alcuni progetti.
Hai chiamato l’attenzione del mio interlocutore ed abbiamo incrociato i nostri sguardi.
Non ci conoscevamo ancora, un saluto formale … qualche breve secondo insomma, nei quali i lineamenti del tuo viso mi hanno subito suggerito di te un profilo di persona educata e determinata e la sensazione è stata giusta.
E questa convinzione me la sono portata dietro per tutti questi anni, 15 o 16 non ricordo bene.

E’ come se da quel momento ci fossimo scelti, in modo spontaneo, sincero, secondo un’alchimia naturale che nel tempo ha sommato magia a magia e ci ha completati colmando quelle esigenze che solo il nostro inconscio conosce e di cui aveva sete.

Luigi Reggioni, da Avellino.
E da li ne hai fatta di strada.

I tuoi studi tecnici ti hanno portato a conquistare ruoli di responsabilità e di dirigenza nell’azienda a cui hai dedicato tutta la tua vita lavorativa.
Prima a Taranto, poi a Genova, ma era più ampio il tuo scenario.

Quante volte ti è bastato poco per portarti a parlare del tuo lavoro, degli impianti d’altoforno per la produzione di ghisa e acciaio che hai progettato, costruito e venduto in tutto il mondo.
Ti ho sempre ascoltato ed era impossibile non farlo perché ti si illuminavano gli occhi: le sfide impossibili, il rapporto con i colleghi, i riconoscimenti dei tuoi superiori, inglese e spagnolo imparati sul campo per spiegare, convincere, realizzare.
Quanti universi insieme.

Sempre pronto a partire. L’avresti forse fatto ancora.
Chilometri in macchina, in treno, miglia aeree, hanno disegnato le linee della tua attività lavorativa che hai saputo intrecciare con quelle della tua Famiglia: Ivanna tua moglie, Enzo, Gianluca e Giada i vostri figli.
Grande il tuo rammarico per essere stato a volte poco presente per i tuoi impegni di lavoro.
Ma quando c’eri, non ti risparmiavi. Me lo hai sempre raccontato.
Ivanna sul palmo della mano, i ragazzi seguiti e portati ovunque per sostenerli nelle loro gare di pallacanestro e pallavolo e sono sicuro che avresti voluto voglia di scendere in campo anche tu.

Quante volte ho visto le foto della tua Famiglia, a casa tua, nella camera dove tenevi il computer, dove ci incontravamo per parlare di idee, studiare progetti, scrivere, non prima di un buon caffè preparato da tua moglie e dei suoi Lindor.
Lì abbiamo costruito i nostri convincimenti, le nostre battaglie: prima sul ponte mobile di Piazza Cile portandomi una sera in diretta su STV, poi sul depuratore di secondo livello, si quello con la ciminiera inclinata.

Mi mancheranno quei caffè, come mi mancheranno le passeggiate che facevamo ogni tanto per raccontarci un po di noi, come mi mancherà il tuo piacere di visitare i miei cantieri per sbirciare un po e farsi spiegare.

Sei stato un uomo di altri tempi.
Un uomo di antiche maniere: gentile, educato, premuroso nei confronti dei tuoi cari, corretto verso tutti.
Ma nel contempo moderno: curioso di approfondire e di sapere, pur sempre in lotta con il PC che a volte si inchiodava.

Mi mancherà la tua andatura particolare ed elegante, il tuo bel Panama che indossavi con naturalezza, il tuo borsello che portavi a tracolla con la cerniera sempre aperta.
Una volta ti ho detto di chiuderla perché poteva essere pericoloso, ma tu mi hai risposto che la tenevi sempre così per sentire meglio il suono del telefonino quando Ivanna ti chiamava.
Non te l’ho più ricordato. Anche quello un atto di amore.

Hai messo partecipazione ed intensità in ogni cosa che hai fatto.
Nonno perfetto, puntuale e preciso nel seguire i nipoti soprattutto i più piccoli qui a Rapallo.
Li accompagnavi ovunque: Chiesa, sport, feste di compleanno; le “festine” come le chiamavi tu.

Con la pensione poi, il tuo Impegno civico e politico.
A te ed alcuni altri amici, dobbiamo la realizzazione del bel Parco delle Fontanine che ha trasformato in splendido luogo pubblico un sito di sterpaglie e incurato bosco.
In ogni festa al Parco ti eri ritagliato il ruolo dell’addetto alle bibite.
Ti ricordo in divisa con la maglia verde dell’associazione, dietro ad un tavolone di legno con tovaglia di carta a mescere come il più bravo dei barman: preciso e professionale anche li.

E poi la politica, tu prima di me.
Una volta nello staff del Sindaco dal 2004 al 2006 e consigliere comunale dal 2012 al 2014 con incarico alle grandi opere.
Primo ad arrivare ogni giorno e metri quadrati di block notes a quadretti su cui annotavi tutto in maniera precisa e meticolosa: quesiti, proposte, riflessioni.
La città ti deve essere grata per l’impegno che hai profuso, per il senso civico che hai dimostrato nell’esclusivo interesse della collettività.

Ho letto gli ultimi messaggi che ci siamo mandati su Whatsapp.
Tu che mi chiedevi come stavamo. Io che ti rispondevo abbastanza bene nonostante qualche affanno. Voi che vi rendevate disponibili per qualsiasi aiuto.
Grazie Gino.
Questi messaggi li terrò sempre con me come ciascuno terrà dentro di se i ricordi che lo legano a te.

La Storia ci ha purtroppo scelti come destinatari di questa piaga planetaria, che fa morire e ci costringe a soffrire tra le mura domestiche senza possibilità di incontraci in tuo ricordo, senza un abbraccio, un bacio, una stretta di mano, una comunione.
Teniamo duro, con tutti i limiti che l’uomo imperfetto ha.
Spero che il tuo sacrificio possa rendere tutti ancora migliori, perché occorre pescare nel fondo del nostro animo, perché dobbiamo per forza trovare una motivazione, perché abbiamo la responsabilità di tornare ad un quotidiano che sia diverso.

Troveremo il modo di ricordarti come si deve e come meriti.
Per ora ciao Gino e grazie.
Sei stato per me e per tutti noi un amico, un fratello un Padre.

Tutti i collaboratori di PiazzaCavour.it si uniscono al ricordo di Massimo Zero. Insieme, porgono le condoglianze alla famiglia.

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Ringraziamento Famiglia Reggioni

Vogliamo rivolgere il nostro più sincero ringraziamento a tutti coloro che, in vario modo, ci hanno inviato messaggi di vicinanza e cordoglio per la scomparsa di nostro papà, del nonno e compagno di una vita, Luigi Reggioni.

In un momento in cui viviamo (giustamente) isolati, grazie alla vostra sensibilità non ci siamo mai sentiti soli.

Un pensiero di speciale gratitudine a tutto il personale medico che si è prodigato, senza sosta, nella sua battaglia al Covid-19.

Abbiamo avuto conferma che questo territorio oltre ad avere delle bellezze naturali uniche ha anche un patrimonio di umanità davvero ricco.

Ancora grazie a voi tutti.

Famiglia Reggioni