E’ 25 Aprile!
E lo è anche quest’anno, che vi sia guerra o pace nel mondo oppure virus o malattie che si insinuano nelle nostre vite. Ma niente oggi ci deve impedire, anche per un solo minuto, di volgere il nostro pensiero ad una data storica, probabilmente la più importante di tutte e la più densa di ogni tipo di significato.
Nel tempo, quando ancora bambino mi si spiegava cosa fosse successo quel giorno in un’Italia irriconoscibile ai miei occhi perché violenta, fascista, monarchica e martoriata dalla guerra, ho avuto modo di interiorizzare e fare miei alcuni concetti che il 25 Aprile mi esprimeva, comprendendo a poco a poco che dietro agli avvenimenti e alle cronache di quei tempi vi fossero in realtà non i diritti di una sola parte da ostentare contro taluni o tal altri bensì valori universali da condividere con tutti… ed il modo con cui si sono ottenuti addirittura un incredibile metodo per raggiungerne altri.
Questo perché il 25 Aprile è certamente la festa della liberazione dai regimi ma anche la festa della Resistenza, ovvero di quell’organizzazione di uomini e donne che rifiutando il proprio invivibile presente raggruppava brigate sorte ovunque in modo spontaneo per coalizzarle contro un nemico comune. Quelle brigate grazie alla strategia, al coraggio ed al sacrificio di ciascuno dei 300.000 che le componevano sono riuscite ad avere la meglio in un’impresa che pareva sulla carta del tutto impossibile.
Guardando le cose da questo punto di vista la Resistenza può quindi oggi non essere solo la rievocazione di un metodo di lotta violenta contro un invasore sanguinario, bensì un atteggiamento mentale potente nei confronti delle cose e delle situazioni, caratterizzato da un grande slancio ideale, impegno indefesso, spirito di sacrificio e una grandissima voglia di cambiare la propria esistenza passo dopo passo e cespuglio dopo cespuglio, ragionando su sé stessi e sul proprio modello di società al fine di proporre uno mondo nuovo e migliore per cui lottare.
La Resistenza così declinata permetterebbe a noi di sconfiggere alcuni dei mali più tipici e insidiosi che ammorbano il nostro presente, come le mafie e la criminalità in prima battuta, ma anche la possibilità di ripensare tutto ciò che ci circonda per migliorarci, come ad esempio riflettere sul mercato del lavoro, sul sistema sanitario nazionale, sul rapporto tra nord e sud, la solidarietà tra le persone e, non ultima cosa, dare slancio alla nostra propensione all’Europa per creare una comunità resistente più grande e migliore.
Un impegno grande e dedicato non ai nostri interessi particolari ma a tutto il nostro mondo, come del resto facevano i partigiani.
Questo è, a mio modo di vedere, il vero insegnamento di fondo che oggi promana da quella ricorrenza, un modello di vita della cui necessità si avverte fortissimo il bisogno. Anche e soprattutto di questi tempi in cui il nemico non ha una divisa e non si vede ma lo si può battere, con una nuova Resistenza a cui partecipa tutta l’umanità.
Di contro, ed è giusto essere chiari, non si avverte invece alcuna necessità di cambiare i connotati a questa festa, magari volendo includere al suo interno istanze superficiali e sbagliate di quelli che gli anni dell’impegno li hanno perduti… seguendo per ignoranza, pigrizia, indolenza, disinteresse e forse qualcuno per convinzione (non lo escludo certamente) un regime ed un modello di società terribile ed inumana, sotto qualunque punto di vista. Oggi come allora. Oggi come domani.
Piuttosto io propongo a tutti coloro che nel 25 Aprile intravedono qualcosa che non gli appartiene, qualcosa di vecchio e superato, qualcosa di divisivo… di andare oltre le apparenze, di gettare lo sguardo ed il cuore al di là dei meri fatti storici e di far propri la forza, la ragione ed il metodo della Resistenza.
Vorrei che anche loro comprendessero come ottenere risultati straordinari ed insperati applicando lo spirito dei trecentomila visionari che ha dato a tutti quanti noi la possibilità di festeggiare ma anche di parlare, scrivere, sognare, vivere e decidere come non si sarebbe mai potuto fare se non avessero combattuto.
Quello spirito che ci ha permesso di essere persone migliori di quelle che saremmo potuti diventare qualora non fossero mai esistiti i Partigiani, la Resistenza ed il 25 Aprile.
Buona Liberazione a tutti!