Da poco si sono conclusi i giochi olimpici e paralimpici di Tokyo 2020.
I successi dei nostri atleti sono stati molteplici.
Ben 109 i dischi d’oro, d’argento e bronzo appesi al collo delle nostre ragazze e ragazzi saliti sul podio delle premiazioni.

Un risultato straordinario che sommato alle vittorie degli ultimi campionati europei di calcio e di quelli del volley femminile e maschile, ha fatto sentire tutti noi pervasi da un grande senso di appartenenza nazionale e da un sentire comune.

Quelle medaglie rappresentano il risultato di passione, lavoro, fatica, sacrifici.
A sentire le storie di ogni atleta, chi non si è emozionato o non ha avuto i brividi.
Racconti di persone che non conoscevamo o conoscevamo a malapena.
Racconti veri, sinceri, puri, ambientati in realtà semplici, in cui la determinazione, il desiderio di emergere e la voglia di riscatto da un qualcosa, hanno rappresentato l’innesco per raggiungere un risultato.
Ciascuno, a suo modo, ha pescato dall’arsenale delle proprie cose buone e delle proprie energie per arrivare primo, secondo, terzo … o anche solo per partecipare, sperando di raggiungere, la prossima volta, i risultati auspicati.

Ancora grazie per essere stati i nostri alfieri, per averci fatto alzare le braccia in segno di esultanza, per averci fatto battere più forte il cuore alle prime note dell’inno di Mameli.

La speranza è che questi risultati possano portare i nostri giovani, e non solo, ad un desiderio di emulazione dei propri beniamini, iscrivendosi nelle società sportive del proprio territorio o continuando a frequentarle.

Lo sport è educazione, è rispetto delle regole, è socialità, è terapia, toglie dalla strada e dagli schermi dei telefonini, è confronto con l’avversario sia esso fisico che immateriale, prepara alla vita.
Insomma è una pratica che deve essere garantita a tutti e dai più esercitata.

Allora pieni di buoni propositi, ci si guarda intorno, si cerca tra le offerte che l’ambiente in cui si vive, offre.
A Rapallo la possibilità della pratica sportiva è affidata all’intraprendenza, all’imprenditorialità, alla passione dei titolari delle oltre 70 società sportive locali che sono, per lo più, Associazioni Sportive Dilettantistiche senza fine di lucro.
Eroiche associazioni del Terzo Settore (ancora di più da quasi due anni a questa parte) che convinte della bontà della propria offerta, cercano di fare quadrare i bilanci annuali e garantire gli stipendi mensili ai propri addetti.

Queste società andrebbero premiate per poterle mettere nelle migliori condizioni possibili di offrire, in modo più sereno e senza affanno mensile, quanto di buono sanno fare.

Il nostro Comune ha un bilancio annuale di circa 40 milioni di euro.
In tale bilancio, le previsioni di spesa per Politica giovanile, Sport e Tempo libero sono per le annualità 2021, 2022, 2023 rispettivamente di 576.142,00 € annuo. (cfr.  https://trasparenza.comune.rapallo.ge.it/archiviofile/rapallo/archivio_file/Documenti/DOCUMENTO_UNICO_DI_PROGRAMMAZIONE/2020/Schema%20DUP/Allegato%20A).pdf)

La fascia di popolazione che va dai 3 ai 24 anni in Rapallo è di 5.096 unità così suddivisa:

(fonte ISTAT per anno 2021)

Con un semplice calcolo matematico (576.142,00 € / 5.096 unità) è immediato capire che l’investimento pro capite annuale per sport (includendo anche le voci Politica giovanile e Tempo libero) in riferimento alla popolazione 3 – 24 anni (cioè quella potenzialmente più sportiva) è pari a poco più di 113 € annui/unità, pari cioè a poco meno di 10 € mensili: all’incirca una pizza ed una bibita al mese.

Sinceramente, un po’ pochino.

I cordoni della borsa dovrebbero essere allargati un po’ di più, cercando economie in altri ambiti di spesa comunale a vantaggio dell’incentivazione all’investimento per l’attività sportiva.
Un fondo più cospicuo, da cui attingere per concedere premialità alle associazioni sportive che presidiano il territorio e magari chiamate a proporre specifici progetti sportivi per la cittadinanza.
Un capitolo di spesa più ricco, per finanziare borse di studio alla pratica allo sport per meriti scolastici, di servizio civile o fasce di reddito.

Insomma un Comune che sia ancora una volta (e non mi stancherò mai di dirlo) Madre e Padre dei propri cittadini e faccia sentire agli stessi la propria presenza.

A poco serve aver investito risorse per una pista da skate al Parco delle Fontanine alterando la tranquillità che in esso esisteva e generando violenti contrasti tra le fasce generazionali che lo frequentano.
I campi per Street Basket, presenti presso il Parco De Martino, fortemente voluti dai ragazzi di Nassa che ne hanno curato la progettazione e la realizzazione (Ragazzi, bravissimi … continuate ad incontrarvi!), rappresentano preziose e solitarie gemme che brillano nel buio panorama cittadino.
Nulla si sa ancora poi dell’usabilità dei campi da paddle costruiti sopra la copertura del nuovo depuratore in località Ronco, non ancora attivi in quanto in itinere la gara per la loro gestione.

Soluzioni poco dispendiose in termini economici e di progettualità amministrativa.
Un piccolo cabotaggio in luogo di una più ambiziosa navigazione in mare aperto come potrebbe essere pensare/progettare/finanziare/costruire qualcosa di strutturale per la Città di oggi e per tutte le generazioni future: uno dei grandi assenti nel patrimonio immobiliare del nostro Comune … un Palazzetto dello Sport, degno di tale nome.

Perché così non può essere chiamata la palestra di Via Don Minzoni (un parallelepipedo che colma un piazzale scolastico e senza parcheggi per gli utenti ed il pubblico), ne tantomeno la palestra della Casa della Gioventù per la quale (se non ricordo male) il Comune paga ben 100.000 € di affitto annuale.

Sarebbe bellissimo un Palazzetto dello Sport almeno per 500 spettatori, come hanno molti comuni a noi limitrofi.
Magari anche con degli spazi palestra di riscaldamento oltre che con i servizi tecnici e gestionali necessari.

Un Palazzetto dello Sport che possa essere terminale e contenitore di attività sportive svolte dalla varie associazioni cittadine in grado quindi di avere una “casa comune” per organizzare manifestazioni, gare, tornei di livello regionale e non solo.
Un luogo in cui identificarsi, per accogliere manifestazioni non solo agonistiche.
Un luogo che sia attrattore di utenze esterne e possa essere volano di una nuova economia locale.

Le possibilità realizzative possono individuarsi nel partenariato pubblico privato (project financing, leasing in costruendo, … ) e nelle favorevoli congiunture economiche attuali che hanno previsto un blocco del Patto di stabilità ( le cui percentuali in futuro dovranno essere riviste ) e la definizione di risorse del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) di cui l’Italia è destinataria.

L’area del Poggiolino ben si presterebbe a tale manufatto.
Questo lo schema di progetto da me redatto un po’ di tempo fa che crea “sistema” con il Campo di calcio e con la vicina piscina comunale, destinataria di progetti almeno dal 2006 ma mai concretizzati: il tutto nell’ottica di realizzazione di un importante polo sportivo di rilevanza nazionale.

L’area del Poggiolino, oggi sottoutilizzata per accogliere parcheggi per camion ed un centro di rifiuti ingombranti che serve anche Zoagli, è però ancora Zona Rossa dal punto di vista idrogeologico.

Questo, nonostante si sia realizzato lo scolmatore del Rio Savagna e siano stati spostati alcuni sottoservizi: prerequisti indispensabili per provare a chiedere a Città Metropolitana la riperimetrazione delle fasce di inondazione del Piano di Bacino per passare da Zona Rossa a Zona Gialla (se non Verde) e poter costruire quanto desiderato.

Sono fiducioso che tutto ciò possa avvenire ed anche che possa divenire realtà la più volte preannunciata convocazione, da parte dell’Amministrazione, degli Stati Generali per parlare del futuro della Città e delle sue possibili trasformazioni.

Sono un inguaribile ottimista.
Talmente visionario, che spero, nel più breve periodo, in un fervore di cantieri di opere strutturali.
Una danza di camion in un viavai continuo sulle strade comunali.
Le immagino belle per l’occasione, tirate a lucido e senza buche, perché di fresco asfaltate.
Possibilmente però, non il 2 di agosto.