Social e giornali riportano in queste ultime ore l’idea del Comune di Rapallo e di ASL 4, di creare, all’interno di una porzione della struttura dei Padri Somaschi in Rapallo, un luogo di ricovero per i pazienti post Covid 19.
Uno spazio in cui gli ospiti avranno bisogno di trascorrere un ulteriore periodo di osservazione durante il quale riprendersi appieno e risultare negativi ad un doppio controllo del tampone.

Bisogna però sapere che in quella struttura risiede da diverso tempo una comunità di ragazzi sotto tutela per diverse motivazioni.
Le due esistenze non possono convivere, seppure con le massime accortezze ed accorgimenti.
Il rischio di collisione ed interferenza delle due attività e degli operatori che intorno ad esse gravitano e graviteranno, è alto ed è un rischio che non bisogna correre.

Occorre certamente essere sensibili perchè nessuno va lasciato indietro.
Applicare le più ampie tutele ed in modo intelligente per non fare errori ed aiutare tutti.
Chi ha i propri cari di ritorno dall’Ospedale ma in casa potrebbero creare problemi ai familiari e chi rischia di convivere con lo stesso pericolo perchè avrà nuovi vicini.

A Milano hanno requisito un albergo, a Genova hanno allestito una nave da crociera per lo stessa finalità di accoglienza. Luoghi autonomi, indipendenti, facilmente gestibili.
Se il censimento di strutture idonee non ha sortito altri risultati che quello di cui si parla, bisogna pensare in modo differente.

La mia forma mentale di architetto mi suggerisce che in poco tempo si potrebbe allestire un polo per 25/50 persone presso il campo di calcio del Poggiolino o nello spazio di parcheggio contiguo.
Un polo da realizzare con strutture modulari già allestite all’occorrenza ed aggregabili un po come quelle usate per il ricovero degli operai nei grandi cantieri o nei post terremoto.
Il web è colmo di aziende che commercializzano moduli di questo tipo, anche noleggiabili, e una tensostruttura potrebbe completare il livello di protezione dei manufatti.

Il Layout è facilmente delineabile: uno spazio accoglienza, percorsi distributivi, camere per i degenti, spazi per i medici, infermeria, depositi, ingresso di servizio per approvvigionamenti.
Lo spazio e la sua ubicazione potrebbero godere poi: della facilità di parcheggio e di accesso ad ogni mezzo vista la vicinanza del casello autostradale, dei servizi già prestati al vicino Ospedale N.S. di Montallegro come quelli della pulizia e del catering, della presenza di facile collegamento ad utenze vista l’urbanizzazione della zona.

Non occorrerebbero più di 15 giorni.
L’ospedale costruito a Milano all’interno della ex Fiera ne è testimonianza.
Il Codice degli appalti andrebbe derogato e per il finanziamento, oltre ai soldi pubblici, si potrebbe contare su donazioni liberali da parte di imprenditori locali e non solo.

E’ un modello che potrebbe essere facilmente replicato in ogni Comune o gruppi di Comuni ricadenti nella stessa ASL e divenire nel contempo luogo pubblico per poter in futuro  gestire, in un percorso dedicato esterno, anche i tamponi alla popolazione o esami del sangue per la ricerca degli anticorpi.
Occorre agire e non fare molti calcoli.
L’equazione è veramente di semplice soluzione: 1 campo di calcio = 1 palace post covid.

Immagine di copertina tratta da Google Maps