L’articolo di qualche tempo fa a firma di Massimo Zero riguardante lo stato attuale del complesso delle “Clarisse” e di alcuni musei cittadini ci porta a pensare agli altri immobili pubblici rapallesi che, neppure loro appaiono in buona salute… o quantomeno non certo sfruttati per tutte le loro grandi potenzialità. Si tratta di un patrimonio immobiliare notevole ed un suo sottoutilizzo o addirittura uno stato di abbandono o incuria non è certo giustificabile né tantomeno sostenibile.

Tralasciando la specifica vicenda del nuovo Ospedale di Rapallo “NS Montallegro”, ovvero dell’immobile più importante della città già protagonista di tristi momenti più volte trattati anche qui su Piazzacavour.it, può risultare interessante cominciare il nostro piccolo “tour immobiliare” dando uno sguardo a quello che Ospedale è già stato in passato ovvero all’Ex ospedale di Rapallo, un complesso di certo non piccolo e potenzialmente in grado di assolvere a molti compiti utili per la città. Attualmente risulta essere variamente sezionato in sede di uffici comunali, residenza protetta per anziani, case popolari (o meglio… Social Housing) con servizi vari, luogo di somministrazione di alcune terapie sanitarie (es. vaccini), Informagiovani e sedi varie di associazioni, dunque con spazi residui esauriti o almeno assai pochi ancora disponibili.
Da quando in città si era acceso il dibattito per il suo utilizzo ho sempre pensato che dovesse essere importante dedicare una parte di quell’immobile ad un pubblico diverso, fatto di lavoratori, di giovani, di musicisti o di operatori dello spettacolo, andando ad organizzare spazi in modo più consono ai tempi e alle nuove esigenze della popolazione.

E da questo punto di vista sarebbe stato di sicuro molto bello, oltre alla saletta musicale esistente, allestire diverse altre sale prova ed una stanza opportunamente attrezzata per il mixering & mastering professionale al fine di dare la possibilità a ciascun ragazzo o band,  anche proveniente da altri posti, di suonare in un luogo ben strutturato e poter creare prodotti musicali professionali. Vi sono pochi dubbi che in questo caso il successo, vista anche la penuria un po’ ovunque di spazi simili e di servizi del genere, sarebbe assicurato.

Inoltre poteva essere allo stesso modo utile ed interessante creare uffici temporanei e condivisi (i cosiddetti minihub) per lavoratori che vivono a Rapallo ma che prestano normalmente la propria opera in altre città (es. a Milano, Genova, Roma, Torino o anche all’estero) e che oggi possono operare in smart working.  Il modello di riferimento è quello della postazione di lavoro condivise, ovvero uno spazio da prenotarsi in anticipo, attrezzato con tutto ciò che serve in ufficio e idoneo a creare una comunità di lavoratori locali in grado di conoscersi, frequentarsi e di scambiarsi idee. Una sorta di “meta-azienda” formata da smartworker di differenti imprese che lavorano a contatto in un unico posto di lavoro, condividendo punti di ristorazione e pause caffè, per discutere e “fare rete”, potendosi scambiare esperienze direttamente e contribuendo alla crescita di una comunità locale di lavoratori di questo tipo.

E se tutto questo non si potrà fare nell’ex ospedale, a causa di scelte non proprio felici ma ormai compiute e per impossibilità di tornare indietro, perché non provare con una delle favolose ville pubbliche, come Villa Tigullio, la quale se non dovesse anch’essa cambiare destinazione e divenire un minihub dovrà comunque, prima o poi, evolversi dalla funzione di biblioteca tradizionale. Trovo infatti che oggi abbia poco senso una classica “biblioteca-catasta di libri”, soprattutto se comuni, di poco valore intrinseco e di facilissima reperibilità fisica e digitale. Ha invece molta più utilità una “biblioteca di rappresentanza” e museale poiché detentrice di antichi volumi unici, preziosi e locali ma soprattutto la trasformazione dei suoi spazi in un centro multimediale di documentazione, elaborazione e consultazione dei principali archivi italiani e mondiali di informazioni, al fine di poter evitare un viaggio fisico in questo o quel luogo e favorire la diffusione dei contenuti difficili da fruire, come ad esempio quelli che richiedono particolari modalità di connessione o altrettanto particolari credenziali di accesso ai DB.

Sembrerebbe poi urgente riprendere in mano i dossier già aperti e lungamente trattati dalle varie amministrazioni relativi a Villa Porticciolo e Villa Riva, due gioielli fronte mare con diverse difficoltà di sfruttamento che onestamente incidono sulle capacità di fare turismo in questa città.
La prima delle due come noto funziona solo ai piani inferiori, in particolare d’estate e in unione più o meno stabile con i gestori dei bagni contigui. I piani superiori sono inagibili e ridotti dal tempo in pessime condizioni, con diverse richieste di adempimento incrociato da parte della proprietà comunale e dalla gestione… tutte finite in un nulla di fatto e in carte bollate che, di sicuro, non hanno certo portato nulla di concreto né di buono ai cittadini e agli operatori turistici di Rapallo. È chiaro che sarebbe auspicabile un ampio restauro per mano pubblica ed una destinazione di prestigio che magari rievochi i fasti del passato, tuttavia forse basterebbe trovare un importante investitore (anche internazionale) con cui stipulare un accordo per una concessione temporalmente sensata, al fine di eseguire un piano aziendale di assoluto livello come del resto l’immobile di sicuro merita.

Per quanto riguarda Villa Riva oggi si presenta in parte inagibile e con diverse porzioni che rischiano di cadere a terra, infatti è imbragata da tempo in un telaio di ponteggiature che di certo non contribuisce alla sua bellezza antica e un pò fiabesca. In un recente passato vi era l’intenzione di venderla per “fare cassa” e recuperare soldi da investire in Villa Devoto, immobile sito vicino al palazzo comunale e in grado di ospitare ulteriori uffici pubblici. Sinceramente non dispiaceva il progetto di SPA marina, se ben realizzato ed adeguatamente pubblicizzato, e da questo punto di vista il Comune potrebbe vincolare la vendita ad un uso particolare (es. storico o turistico) e magari unire la sua ristrutturazione da parte del privato ad una nuova continuazione della passeggiata mare anche lungo i bagni ed i locali di via Avenaggi.

Come si può vedere anche solo dagli esempi qui citati le idee ci sono e le possibilità di miglioramento di questi immobili e del loro apporto positivo nei confronti della cittadinanza e degli ospiti sono senza dubbio concrete e solide, benché non sempre a portata di mano e comunque con alla base un’idea complessiva di città non del tutto compatibile con quella attuale.

Ed è per questo che è importante parlarne… affinché non ci si abitui all’incuria o al sottoutilizzo di tutto ciò che è pubblico, storico e bello…
Infatti potrebbe esserlo molto di più.