Con questo articolo iniziamo un viaggio sui luoghi della nostra città, raccontando come sono cambiati attraverso il tempo. Non un omaggio al tempo che fu, ma semplicemente un ripercorrere nei decenni le mutazioni del territorio di Rapallo. Un lavoro per legare presente e passato, per conoscere la città attraverso i suoi luoghi e la loro trasformazione, talvolta tumultuosa, avvenuta nel tempo e che pochi, forse pochissimi, conoscono. Per capire com’era ciò che oggi è. Perché conoscere le storie del passato serve a comprendere il presente. Perché custodire la memoria è il presupposto per immaginare un futuro solido e intelligente. Un lavoro prezioso, curato da Agostino Pendola, che merita uno spazio dedicato: “La Memoria dei Luoghi” (PiazzaCavour.it)

Cominciamo con la via forse più trafficata di Rapallo, via della Libertà. Per delineare il suo percorso nel tempo ci serviamo di alcuni punti fermi, alcune mappe, e poi un articolo apparso sul Mare del 1933, al momento della sua apertura. Useremo qualche notizia raccolta qua e là, e per finire ricorreremo alla nostra memoria. Perché via della Libertà, che sembra immobile nel suo susseguirsi di edifici che ormai portano i segni del tempo che passa, in realtà è molto più recente di quanto si possa pensare, il suo percorso attuale ha solo sessant’anni. Tanti, per una persona, pochi per una strada, ancora meno per una città.
Già questo dato ci rende l’idea di quanto una parte di Rapallo sia recente.

Il primo punto fermo parte molto prima nel tempo, dobbiamo arrivare a poco dopo la metà del XVIII secolo, il Settecento. In quegli anni la Repubblica di Genova incaricò un cartografo, Matteo Vinzoni (era della Riviera di Levante, nato sopra Bonassola) di realizzare una serie di cartine sul territorio. Vinzoni realizzò una raccolta fondamentale, I Domini della Serenissima Repubblica di Genova in terraferma. In pratica, la pianta delle città e dei villaggi della Liguria, con una pagina che riporta i dati della località, gli abitanti e le risorse economiche. L’opera in passato è stata stampata e pubblicata, e per qualche anno era disponibile on-line nella sua completezza, su un server di una università francese. Ora, che non lo è più, tuttavia si può richiedere alla Biblioteca Berio di Genova una o più piantine, che vengono inviate in formato digitale (gratuitamente).

La cartina di Matteo Vinzoni con sovradisegnata l’attuale via della Libertà

Nella cartina del Vinzoni dove ora c’è via della Libertà ci sono solo orti, che arrivavano al mare. C’è anche un torrente, il Cereghetta, che scendeva dalla zona dell’attuale via del Carmelo verso il mare fino all’altezza dell’attuale corso Matteotti, dove piegava a occidente verso il Boate buttandovisi. Era una minaccia costante per Rapallo, il cui abitato a ponente non oltrepassava l’attuale piazza Cavour, chiusa dalle cerchia di case di abitazione.

Per arrivare a una modifica sostanziale dobbiamo arrivare al 1819. In quell’anno venne costruita la strada carrettabile orientale, cioè l’attuale via Aurelia, e contestualmente il Boate e il Cereghetta vennero deviati negli attuali alvei. La cartina piemontese del 1830 ce ne da conto. Vediamo la strada dritta che esce da piazza Cavour e attraversa il Boate, l’attuale corso Matteotti, e perfino la traccia di una strada verso il mare, attuale via Giustiniani. Ma per il resto, solo orti e canali che trasportano l’acqua dalle colline. Se la strada venne realizzata dal governo piemontese, la deviazione dei torrenti (Cereghetta e Boate) venne addebitata ai proprietari dei terreni, che dovettero pagare complessivamente quattromila lire, nella speranza che le inondazioni fossero una cosa del passato. Non lo furono, e solo pochi anni dopo l’acqua allagò Rapallo “fino alla battigia” come scrisse il sindaco al prefetto (era il mese di ottobre del 1823).

La carta del 1830 con l’attuale via della Libertà

Per alcuni decenni non abbiamo documenti, ma nell’articolo del periodico Il Mare del 1933, e da altri precedenti, ricaviamo che probabilmente questo fu il panorama rapallese fino alla seconda metà del secolo. Per avere nuove costruzioni dobbiamo attendere l’arrivo della ferrovia (1867) e lo sviluppo turistico (il primo hotel fu l’Europa, aperto nel 1874).

All’inizio del novecento a nord di corso Matteotti (che allora si chiamava corso Regina Elena), abbiamo una linea non interrotta di costruzioni, tra le quali la posta, il cui edificio si può riconoscere ancora oggi in un negozio di abbigliamento sportivo che ha l’ingresso notevolmente rialzato rispetto al marciapiede.

Rapallo e il Boate all’inizio del novecento

Fu alla fine degli anni Venti che a Rapallo si iniziò a parlare di aprire una nuova strada sulla prosecuzione di via Giustiniani che andasse a congiungersi con via Roma, già abbozzata. Dapprima avrebbe dovuto avere una piazza al centro. Ma presto se ne fece a meno. Allora via Roma comprendeva anche l’attuale via Rosselli, partiva dal ponte dell’Aurelia sul Boate, il che spiega l’attuale slargo di via Rosselli dove oggi troviamo una concessionaria di scooter. Per l’apertura della strada, che venne intitolata al Principe di Piemonte (per i cui i vecchi rapallesi ancora qualche decennio fa chiamavano via della Libertà corso Principe), venne abbattuta una casa, prospiciente l’inizio di via Giustiniani. L’articolista de Il Mare riporta che era una casa cadente, sede di una tipografia; riporta che venne demolita anche una casa adiacente, che restringeva la strada, quest’ultima era la casa dei poveri. Non sappiamo se il fatto che fossero cadenti fosse la verità oppure un pretesto, dopo qualche anno, con la stessa motivazione, venne abbattuta una casa in passeggiata (dietro il chiosco della musica) e in tempi più vicini a noi anche il grattacielo venne costruito, si disse, per rendere più ampio corso Matteotti in un luogo effettivamente pericoloso (qualche anno prima vi era morta una donna finita sotto un camion).

Per parecchi anni Corso Principe non è stato pavimentato, a metà degli anni Trenta era ancora coperto d’erba, con un viottolo al centro.

Fu nel secondo dopoguerra che, con la costruzione dei nuovi edifici oltre la ferrovia, si sentì la necessità di prolungarlo fino all’incrocio con via Mameli. Intanto però le vicende belliche ne cambiarono due volte la denominazione, nel 1943, con la costituzione della Repubblica di Salò, i fascisti cancellarono le tracce di Casa Savoia nella toponomastica, e allora la nostra via divenne corso Repubblica, poi nel maggio 1945 assunse il nome definitivo di via della Libertà. La Repubblica Italiana sarebbe arrivata solo un anno dopo e i rapallesi evidentemente non se la sentirono di anticipare i tempi.

Chi scrive ricorda la costruzione del ponte sotto la ferrovia, nella seconda metà degli anni Cinquanta, e il congiungimento con via Mameli, dove da qualche anno era stato realizzato un moncherino di strada oltre la parete ovest del palazzo di fronte all’ingresso del campo Macera. In quello spiazzo pietroso vi sostava lo schiacciasassi comunale.