Il nome Pozzarello ai rapallesi oggi non dice nulla, eppure solo duecento anni fa c’era chi scriveva suppliche al prefetto, che allora si chiamava intendente, di Chiavari nel quale lo indicava come località. A significare che era un termine ben conosciuto.

In realtà attraverso Pozzarello transitiamo tutti, addirittura a volte lo attraversiamo più volte quando dalla passeggiata andiamo verso via Avenaggi, per tornare indietro subito dopo. Perchè Pozzarello era la parte di Rapallo immediatamente a oriente del torrente San Francesco, fino all’ex convento delle Clarisse.

É una parte di Rapallo che, nonostante la costruzione dei palazzi di questi ultimi decenni, in realtà non si è strutturalmente modificata molto nei millenni, le rocce alla base della collina di Borzoli ne hanno garantito una continuità morfologica. Anche il castello sul mare è stato costruito su rocce affioranti.

Sul mare, alla base della collina di Borzoli transitava, fin dalla tarda età antica, la strada tardo-romana, che provenendo dal Levante ligure, si inoltrava sulla spiaggia dove nell’alto medioevo sarebbero state costruite le case di Rolecca per continuare, probabilmente lungo la valle del Boate verso Genova.

Ed allora a Pozzarello, oltre il fiume e lontano dalle prime case, sarebbe sorto il primo ospedale, il lazzareto, là dove oggi è l’Albergo Europa.

Di fronte probabilmente era un guado, e dove oggi si trova piazzetta De Gasperi e l’inizio di via della Torre Civica c’era la porta della cittadina chiamata Porta Orientale (A). Dalla porta si entrava nell’abitato proseguendo verso piazza del Pozzo e Rolecca per arrivare alla chiesa di Santo Stefano, la prima pieve.

In realtà questa descrizione è del tutto ipotetica, non abbiamo disegni o cartine che ci aiutino.

La pianta di Matteo Vinzoni

La prima pianta di Rapallo, ormai lo sappiamo, è di Matteo Vinzoni, ed è della seconda metà del Settecento. Pozzarello ha una struttura che ci è familiare, vediamo la chiesa e il convento di San Francesco, il convento delle Clarisse (tutti edifici che all’epoca erano relativamente recenti, avevano cento-duecent’anni), il castello sul mare, negli spazi alcune case con orti, un ponte che conduceva su piazza Orientale, l’attuale piazza Garibaldi. Ci sono tuttavia alcune particolarità che meritano di essere osservate; dove adesso ci sono i giardini delle rane si vede una costruzione oblunga sulla spiaggia. La stessa costruzione è segnata nella cartina successiva del 1830, e in una foto di fine ottocento, presa dalla spiaggia delle Nagge, si vede un portone e uno spiovente. Forse era un magazzino, però Matteo Vinzoni indica proprio in quel luogo la presenza anche di una “Cappella Spinola” (C). Ora, cent’anni dopo, nel 1880, i fratelli Ramondini nei loro libri sulle chiese dell’arcidiocesi di Genova, scrivono di ben tre cappelle in altrettanti palazzi Spinola a Rapallo, di cui due non sanno riferire dove si trovino, la terza era in tutt’altra parte. Altro in merito non sappiamo.

L’altra particolarità è la costruzione che si trovava nella parte più ampia dell’attuale piazza Garibaldi. La piazza era molto più piccola dell’attuale (B). Questa casa, a più piani, venne abbattuta nel 1820, al momento della costruzione della strada carrozzabile (l’attuale via Aurelia). Lo sappiamo perchè ci fu un contrasto per il risarcimento pagato al proprietario, un certo Canessa, e quindi è rimasta corrispondenza negli archivi. Nella stessa occasione, di fronte al castello venne tagliata una parte di casa che apparteneva a un certo Peirano, che scrisse una supplica al prefetto (la supplica che accennavamo all’inizio), nella quale chiedeva di modificare la curva della strada, tagliando la casa del vicino! (la supplica venne respinta).

Pozzarello in una cartina del 1830

Ormai, siamo a metà Ottocento, Pozzarello si avvicina all’aspetto attuale. Dove c’era il lazzareto, che venne chiuso e spostato a metà del XV secolo, c’era il palazzo Serra, dove sarebbero passati Papa Pio VII, nel 1809 e 1815, Vittorio Emanuele Primo nel 1821 e, ma siamo già dopo la sua trasformazione in albergo, nel 1870 per una decina di giorni vi avrebbe soggiornato Giuseppe Mazzini. Altrettante lapidi ricordano gli avvenimenti.

Nel 1820 anche le Clarisse avevano subito il taglio di un pezzo del convento per permettere il passaggio della carrozzabile, che proseguiva lungo l’attuale via Zunino verso la cappella di San Rocco.

Pozzarello mutava con l’arrivo del turismo, nel 1874 il milanese Angelo Prandoni acquistava Palazzo Serra, dove da qualche anno un genovese (Felice Casassa) aveva già aperto un albergo, e lo trasformava nell’Albergo Europa, la prima vera e grande struttura ricettiva di Rapallo; “Il Grande Albergo Europa – avrebbe scritto Achille Bizzoni nel 1879 – occupa un ampio rettangolo completamente isolato fra due giardini, l’uno a mezzogiorno l’altro a settentrione, il primo riscaldato d’inverno dai tiepidi raggi solari, il secondo riparato per l’ombra dei palazzi dai cocenti raggi estivi, entrambi allietati dagli aranci vigorosi, dalla vivace flora d’un clima fortunato.” (I due giardini si vedono bene nella cartina del 1830).

Una cartolina intorno al 1900. Sulla destra l’ingresso di un edificio che si trovava al posto degli attuali giardini delle rane

Nel 1894 in una casa di via Montebello moriva Domenico Ghirardelli, rapallese di Sant’Anna che a San Francisco aveva costruito una fabbrica di cioccolatini che esiste ancora oggi, mentre poco distante alla fine degli anni venti un trentino della Valsugana, Luigi Andermarcher, avrebbe aperto un ristorante vegetariano. In seguito il ristorante si sarebbe ampliato in albergo, l’Italia, ancora gestito dalla medesima famiglia (che ha mutato il nome in Pola, nome della madre di Luigi Andermarcher).

Il ponte sul quale transitava la carrozzabile del 1820 sarebbe stato rifatto nel 1853, a schiena d’asino, e quindi trasformato nel ponte che in questi giorni è possibile vedere sotto piazza Pastene. Su quel ponte, la sera del 23 aprile del 1945 in uno scontro tra una pattuglia di partigiani di Giustizia e Libertà e una pattuglia tedesca cadeva Giovanni Pittau. Una piccola targa a lato della vasca del Polipo lo ricordava, speriamo che torni al suo posto alla fine dei lavori.

La targa accanto alla vasca del polipo